Inaugurazione Stagione Concertistica 2024
L’inaugurazione della Stagione Concertistica 2024 è affidata all’Orchestra Sinfonica del Conservatorio, formata da docenti e dai migliori allievi. Appuntamento il 5 marzo alle ore 20.30 presso la Sala Grande del Teatro Massimo di Palermo. Il programma prevede le musiche di: · Maria Chiara Casà, Colori · Fryderyk Chopin, Andante spianato e grande polacca brillante op.22 (Carmen Sottile, pianoforte) · PëtrIl’ič Tchaikovsky, Variazioni Rococò op.33 (Christian Barracco, violoncello) – Sinfonia n.6 Patetica – I protagonisti, oltre all’Orchestra Sinfonica del Conservatorio, sono docenti ed allievi del Conservatorio dal direttore Antonino Fogliani, che dirige nei più importanti teatri, ai solisti con la giovanissima pianista Carmen Sottile, che ha già avuto riconoscimenti internazionali e Christian Barraco al violoncello. Colori– come scrive Dario Macaluso – è un’esplorazione sonora di sintesi in forma orchestrale dove si rintraccia l’archetipo della pronuncia. Le percussioni hanno particolare rilievo assieme a frammenti di progressione melodica appena accennati quasi a suggerire il primo vagito consapevole. La tessitura degli archi sembra suggerire la presenza di una ragione ordinatrice in un caos primordiale. La compositrice mette in luce sapienza di scrittura e abilità nella gestione timbrica, cosa quest’ultima che la inserisce – nella fase iniziale del brano – lungo il percorso dell’Esplorazione del bianco (citando un brano di Sciarrino) in quanto energia sonora indefinita. Ma la lezione di Stravinsky è luce ancora vivida e persistente e Casà se ne appropria con sicura destrezza. Gli autografi delle Variazioni Rococò op. 33 per violoncello e orchestra, scritte nel 1877 ed eseguite per la prima volta dal tedesco Wilhelm Fitzenhagen, anni dopo furono studiati e passati ai raggi X dal violoncellista russo Viktor Kubatskij; questi rintracciò nella parte del violoncello numerose cancellature, correzioni e divergenze di scrittura rispetto al testo che invece sarebbe diventato di riferimento per tutte le esecuzioni a venire e realizzato da Fitzenhagen a quattro mani con lo stesso Tchaikovsky. Il tema è originale dell’autore e viene sviluppato in 8 variazioni con notevole impegno virtuosistico per il solista, spesso costretto all’uso del pollice come capotasto e ad ardue posizioni nella zona sovracuta dello strumento. Chopin si trovò nel 1829 ad ascoltare il Terzo concerto per Violino e Orchestra di Paganini con un secondo movimento intitolato Cantabile spianato e Polacca e con ogni probabilità questo lo ispirò quando a soli 20 anni nel 1830 componeva una Polacca con accompagnamento orchestrale; alla quale anni dopo seguirà un Andante spianato per pianoforte solo – che in origine doveva essere un Notturno di taglio intimo e ombroso – con funzione introduttiva alla Polacca. Chopin, ancora giovane, sigilla in questa monumentale composizione il sentimento romantico del fiore azzurro evocato da Novalis e da altri poeti spesso ripreso: il suggerire piuttosto che dire; l’ombra più che l’effige; l’accenno del sorriso più che la gioia e l’azzurro notturno del crepuscolo che presagisce la luce del mattino; di tutto ciò essendone simbolo misterioso il fiordaliso che allude al desiderio e allo slancio metafisico dell’oltre e da Pablo Neruda così dipinto: …Lo sollevai tra le mani/e lo guardai come se il mare vivesse /in una sola goccia/…di fuoco azzurro, di pace / irresistibile, d’indomita purezza. E nell’azzurro chiaroscuro della sua musica Chopin continua sempre a suggerire l’ineffabile più che cercare di spiegarlo. Quando il 16 ottobre del 1893 a San Pietroburgo veniva data la prima della Sesta Sinfonia diretta dallo stesso Tchaikovsky, al termine il Maestro russo con ambiguità così confidava «…Per ciò che mi riguarda personalmente ne sono orgoglioso…». Se si aggiunge inoltre che l’epiteto Patetica venne suggerito dal fratello Modest e che il 6 novembre dello stesso anno Tchaikovsky sarebbe morto per cause mai del tutto chiarite, gli elementi di un grandioso romanzo russo dagli orizzonti sterminati e colmi di tragica vitalità ci sono tutti. Tutti hanno invocato l’appuntamento col tragico destino, il requiem e l’estremo canto del cigno russo dallo Zar Alessandro III salutato come l’ultimo dei grandi. Volendo intravedere non fantastiche suggestioni ma chiari indizi di un giallo facilmente spiegabile – il drammatico momento di crisi creativa che aveva preceduto la frenetica stesura della Patetica, un legame sentimentale per quei tempi impronunciabile e il tragico epilogo di Tchaikovsky, che molti hanno letto suicidio e che rimane la tesi più accreditata anche dal suo più importante biografo David Brown -, ne deriva il grande fascino che questa sinfonia esercita su direttori e platee: il suono si fa verbo e parola rivelata, medium. Il lunghissimo primo tempo, che si muove tra tradizione e sguardi al modernismo (la progressione di 9 momenti di carattere ritmico testimonia l’impianto “a programma” del lavoro stesso), precede l’Allegro con grazia che è un valzer sghembo in 5/4. Il terzo e quarto tempo infine rappresentano il momento di rottura con la tradizione della scrittura sinfonica, e per la prima volta nella storia un movimento lento (Adagio) chiude una sinfonia. Carmen Sottile Studia pianoforte al Conservatorio di Palermo e si è perfezionata con Michele Marvulli. Sin da giovanissima si è esibita in molti paesi europei e negli Stati Uniti. Ha vinto circa 30 premi in prestigiosi concorsi nazionali e internazionali, tra questi il DinuLipatti, il Grand Prize Virtuoso alla Royal Albert Hall, il Premio Hermes e recentemente anche il Premio Claudio Abbado. È stata anche Excellent Winner alla Carnegie Hall e ha ricevuto la medaglia d’onore dalla Presidenza della Camera dei deputati assegnata ai migliori musicisti dei conservatori italiani. Christian Barraco Diplomato con lode e menzione, è risultato vincitore assoluto di numerosi concorsi nazionali e internazionali. Ha seguito masterclass tenute da interpreti del calibro di Sollima, Lucchesini, Fiorentini e Indermühle. È stato primo violoncello di famose orchestre, tra cui la Cherubini diretta da Muti, e si è esibito in importanti sale da concerto europee. È membro stabile del G+8 Cello Power di Giovanni Sollima. Dal 2021 si perfeziona con Meunier presso l’Accademia Internazionale di Imola; attualmente continua i suoi studi presso il Conservatorio di Palermo e l’Accademia Santa Cecilia. Antonino Fogliani Tra i più apprezzati direttori della sua generazione, lavora per la Deutsche OperamRhein e per il Festival Rossini in Wildbad. È salito sul podio di altuni tra i più importanti teatri del mondo e ha diretto prestigiose orchestre internazionali. Ha inciso per Naxos, Dynamic e ArthausMusik. Diplomato in Direzione d’orchestra, è anche laureato in Discipline della musica a Bologna. Si è specializzato con Donadoni, Gelemetti e Morricone all’Accademia Musicale Chigiana. Nel 2018 gli viene conferito il titolo di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana. Orchestra sinfonica del Conservatorio di Palermo Fondata da Carmelo Caruso, nasce con lo scopo di favorire la pratica orchestrale e costituice un punto di riferimento per gli studenti dei corsi di Direzione d’orchestra e Composizione. Svolge un’intensa attività concertistica anche come ospite di rassegne e festival promossi in Sicilia. Ha eseguito la riedizione della Messa da Requiem di Pietro Platania (in collaborazione con Orchestra del Mediterraneo e Cims) e il Rigoletto registrato a Taormina dalla Rai. Svolge attività di ricerca e valorizzazione del patrimonio musicale custodito nella biblioteca del Conservatorio.Quando la musica cura l’anima
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