Stabat Mater, G 532
Mottetto in fa minore per soprano e orchestra d’archi – Prima versione
Luigi Boccherini (1743-1805)
- Stabat Mater – Grave assai (fa minore)
- Cujus animam – Allegro (fa minore)
- Quae moerebat – Allegretto con moto (do minore)
- Quis est homo – Adagio assai (do minore) – Recitativo
- Pro peccatis – Allegretto (la bemolle maggiore)
- Eja mater – Larghetto non tanto (mi bemolle maggiore)
- Tui nati vulnerati – Allegro vivo (mi bemolle maggiore)
- Virgo virginum – Andantino (si bemolle maggiore)
- Fac ut portem – Larghetto (fa maggiore)
- Fac me plagis – Allegro comodo (do minore)
- Quando corpus – Amen – Andante lento (fa minore – fa maggiore)
Soprano, Filomena Schettino
Violino primo, Francesco Palmisano
Violino secondo, Donato Cuciniello
Viola, Rossella Ballo
Violoncello, Giorgio Gasbarro
Contrabbasso, Luca Ghidini
Luigi Boccherini compose due versioni dello Stabat Mater: la prima, per soprano, due violini, viola, violoncello obbligato e contrabbasso, venne scritta nel 1781 ad Arenas in Avila per ordine dell’Infante di Spagna Don Luis; la seconda versione del 1800 (forse dedicata a Luciano Bonaparte, ambasciatore di Francia a Madrid e suo ultimo protettore) è una rielaborazione della stesura originaria arricchita nell’organico vocale (due soprani, tenore e archi), ampliata in alcune sue parti (aggiunta di un’introduzione strumentale tratta dalla Sinfonia in fa maggiore op. 35 n. 4 del 1782; mutamenti apportati nella conclusione strumentale del versetto Eja mater; ampliamento dell’Amen nell’ultimo versetto Quando corpus) e modificata in diverse parti sul piano fraseologico, dinamico e timbrico.