Conservatorio Palermo

Domande di partecipazione entro il 2 settembre!

Dopo un lungo iter legislativo e di consultazioni a livello nazionale, anche nelle istituzioni di Alta formazione artistica e musicale vengono attivati i dottorati di ricerca, percorsi di studio finanziati da apposite borse ai quali si accede tramite concorso per titoli ed esami. Due gli indirizzi per i quali sarà possibile iscriversi alle selezioni aperte fino al 2 settembre: Didattica dell’inclusione socioculturale attraverso la musica e della musicoterapia in contesto educativo (dottorato in forma autonoma: 2 posti con borsa, 1 posto senza borsa); Storia e analisi delle prassi esecutive, dell’interpretazione e della produzione musicali (Dottorato di cui il Conservatorio Palermo è capofila, svolto in convenzione col Conservatorio di musica “Vincenzo Bellini” di Caltanissetta, con la Fondazione Teatro Massimo di Palermo e con la F.lli Cimino s.r.l. costruttori di organi; 2 posti con borsa, 1 posto senza borsa). I corsi di dottorato avranno durata triennale, con inizio al 4 novembre 2024.

Il dottorato in Didattica dell’inclusione socioculturale attraverso la musica e della musicoterapia in contesto educativo (che sarà coordinato da Pietro Gizzi) affronta i temi dell’integrazione e dell’inclusione attraverso prospettive inerenti la Didattica della Musica e dello Strumento e della Musicoterapia applicata ai molteplici ambiti di intervento nel contesto educativo. Il dottorando può focalizzare la propria ricerca sulla disabilità, sui disturbi evolutivi specifici e/o specifici dell’apprendimento, sul disagio socio-culturale, sulla neuroatipicità della plusdotazione – trattandola secondo le metodologie che si riterranno più adeguate alla propria linea progettuale, nonché sulle metodologie didattiche della musica e della musicoterapia in contesto educativo. L’obiettivo ultimo della ricerca è l’individuazione di strategie d’approccio garanti delle pari opportunità e finalizzate allo sviluppo della capacità individuali per il miglioramento della propria comunità di appartenenza e, più ampiamente, della società. Con questo dottorato di ricerca il Conservatorio di Palermo intende colmare una lacuna del sistema di ricerca italiano affrontando dal punto di vista musicale le nuove sfide poste dalla gentrificazione e dalla diffusione pervasiva di varie forme di disagio sociale iniziata prima della crisi pandemica del 2019-2021 ed esplosa dopo quel periodo.

Il dottorato in Storia e analisi delle prassi esecutive, dell’interpretazione e della produzione musicali (che sarà coordinato da Carlo Fiore) è inteso – in una prospettiva di massima apertura rispetto alle epoche e agli stili – a incrementare l’attività di studio e ricerca nelle arti performative musicali a partire dal dato oggettivo che la totalità dei repertori e delle prassi oggi affrontate necessitano di adeguata prospettiva storica e di strumenti analitici in grado di proiettare l’eredità culturale di duemila anni di storia musicale; agisce altresì con la volontà di garantire le pari opportunità, di sviluppare le capacità artistiche e critiche individuali, di sostenere la crescita culturale delle comunità di pertinenza, favorendo la circolazione di un sapere musicale pluralista e di modelli etici legati al contesto musicale che siano pienamente rispettosi delle capacità e dello spessore culturale e professionale dei soggetti coinvolti. Tale dottorato, inoltre, si ricongiunge storicamente con una delle funzioni originarie dei conservatori di musica dall’Unità d’Italia in avanti, cioè quella di alimentare e favorire la circuitazione di nuovi musicisti e nuove figure professionali legate alla musica, tramite un sistema di mutuo assorbimento delle competenze che vede i conservatori come luoghi di incubazione dei nuovi talenti e i teatri come luoghi di espressione delle nuove leve. Da allora a oggi la storia dei conservatori italiani e delle Fondazioni liriche è stata costantemente intrecciata, sotto forma di un continuo interscambio di personalità dall’una all’altra istituzione. Questo fenomeno – che nel contesto palermitano vede uno dei casi più significativi – fa emergere l’esigenza di attività di ricerca legate al rapporto tra repertori, pubblico e sistemi di produzione e all’individuazione di strategie di rinnovamento della programmazione e della vita musicale cittadina e internazionale.